Stasera
iniziamo
il
nostro
approfondimento
sulle
emozioni
e
lo
facciamo
con
la
prima
e
forse la più
intensa delle
emozioni
primarie:
la
rabbia.
Nel
post
“Cosa
sono
le
emozioni”
abbiamo
parlato
delle
emozioni
e
abbiamo
visto
che
si
distinguono
in
fondamentali
e
complesse
e
le
prime:
paura,
disgusto,
gioia,
tristezza,
rabbia
e
sorpresa,
sono
dette
anche
emozioni
primarie
e
si
manifestano
nel
primo
periodo
della
vita
umana
e
ci
accomunano
a
molte
altre
specie
animali.
Le
emozioni complesse
(secondarie)
derivano
dalla
combinazione
delle
primarie
e
si
apprendono
o
sviluppano
con
la
crescita
dell’individuo
e
l’interazione
sociale:
l’invidia,
l’allegria,
la
vergogna,
l’ansia,
la
rassegnazione,
la
gelosia,
la
speranza,
il
perdono,
l’offesa,
la
nostalgia,
il
rimorso,
la
delusione.
L’emozione
è
un
comportamento
di
risposta
a
uno
stimolo
esterno
determinato
da
motivazioni
profonde
e
si
manifesta
a
livello
psicologico,
comportamentale
e
fisiologico.
Le
emozioni
hanno
funzioni
diverse
e
importanti:
per
esempio,
rendere
più
efficace
la
reazione
dell’individuo
ai
fini
della
sopravvivenza,
ma
anche
favorire
la
comunicazione
sociale,
farci
comprendere
i
nostri
cambiamenti
psicofisici,
renderci
consapevoli
dei
nostri
bisogni
e
dei
nostri
obiettivi,
farci
apprendere
da
eventi
e
situazioni,
e
altro
ancora.
Ora
torniamo
alla
rabbia.
Cos’è
la
rabbia?
E’
un’emozione
primitiva
che
osserviamo anche in
specie
diverse
dall’uomo
e che noi esseri umani
manifestiamo fin da tenera età.
Insieme
alla
gioia
e
al
dolore
è
una
delle
prime
a
manifestarsi,
ma
è
anche l’emozione
culturalmente
e
socialmente
più
inibita.
Da
dove nasce?
La
rabbia è la reazione umana alla
frustrazione
e
alla
costrizione,
sia
fisica
che
psicologica,
ma è provocata dalla volontà
di ostacolare/ferire/costringere che
attribuiamo
a chi riteniamo responsabile della situazione.
In parole semplici ci si
arrabbia
quando
qualcosa
o
qualcuno
si
oppone
alla
realizzazione
di
un
nostro
bisogno,
soprattutto
quando
percepiamo
l'intenzionalità nel farlo.
Per
esempio, ci arrabbiamo con un collega che ci insulta, con il capo che
ci aggredisce, con un amico che non mantiene la parola data, per un
volo cancellato o un treno in ritardo. Ma ci arrabbiamo anche con noi
stessi quando non raggiungiamo gli obiettivi che ci siamo prefissi, o
cediamo a un vizio che vogliamo abbandonare (es:il fumo).
In
quale modo ci arrabbiamo?
In
natura la rabbia si manifesta di solito attraverso questa serie di
eventi/passaggi:
1.
stato di bisogno
2.
ostacolo alla realizzazione del bisogno
3.
attribuzione all'ostacolo dell'intenzionalità
4.
assenza di timore o altri inibitori verso l'ostacolo
5.
forte intenzione di aggredire l'ostacolo, origine dello stato di
frustrazione
6.
azione aggressiva
Nella
specie
umana,
i passaggi sono simili, ma di
solito
si
assiste
all'inibizione
degli atti aggressivi e
al mascheramento dei segnali emotivi verso l'ostacolo della
frustrazione. Questo è
determinato da regole sociali limitanti, rafforzate da leggi punitive
e da una cultura che biasima violenza e rabbia.
Il
problema è che, una volta scatenata, la rabbia deve essere
manifestata e, se non contro l'ostacolo che non ci permette di
soddisfare i nostri bisogni, spesso la scarichiamo su un altro
bersaglio, che sia o meno coinvolto con la questione che ci ha fatto
arrabbiare. Se non riusciamo a sfogare l'emozione, o se siamo
costretti a reprimerla, allora spesso rivolgiamo la rabbia contro noi
stessi, che ne siamo consapevoli o meno. Questa rabbia inespressa
tende a durare a lungo e a stressare il nostro organismo, e può
assumere le caratteristiche di un pericoloso autolesionismo, che
agisce sia a livello fisico che psicologico e a lungo andare può
portare a disturbi di vario genere.
Come
si riconosce la rabbia?
La
rabbia si manifesta con espressioni non verbali e paraverbali
evidenti e ben riconoscibili in tutte le culture:
l'aggrottare
violento
della
fronte
e
delle
sopracciglia,
lo
scoprire
e
digrignare
i
denti,
accompagnate da forte tensione muscolare delle spalle e delle
braccia; la voce si alza di volume e il tono diventa minaccioso,
sibilante o stridulo.
Cosa
avviene in noi quando proviamo rabbia?
L'emozione
intensa della rabbia stimola l'organismo
a prepararsi all'azione,
anzi all'aggressione.
Si osserva un'intensa
attivazione
del
sistema
nervoso
autonomo
simpatico, per esempio
l'accelerazione
del
battito
cardiaco,
l'aumento dei livelli di adrenalina e noradrenalina, l'aumento della
tensione muscolare, l'aumento della sudorazione, l'aumento
della
pressione
arteriosa
e
dell'irrorazione
dei
vasi
sanguigni
periferici.
Quale
scopo o funzione ha la rabbia?
Lo
scopo della rabbia è la rimozione dell'ostacolo che si oppone alla
realizzazione del nostro bisogno,
in qualunque modo: attraverso uno scontro fisico o uno verbale,
inducendo il nostro avversario alla fuga o sbattendolo a terra con un
pugno ben assestato.
L'osservazione
di questa emozione nelle specie animali ci mostra come la rabbia e la
conseguente aggressività influenzano direttamente o indirettamente
la sopravvivenza dell'individuo e delle specie: per esempio la rabbia
è determinante quando gli animali vengono aggrediti, per sconfiggere
un rivale, per difendere la prole. Si può dedurre che la rabbia sia
stata un'emozione fondamentale per la sopravvivenza del genere umano,
che la selezione naturale ha scritto profondamente in noi, ma che
nelle società moderne non appare così utile, quanto piuttosto un
ostacolo.
In
realtà, questa emozione “aggressiva” ha oggi assunto altri
scopi, diversi da quello fisico, anche scopi sociali. Nel mondo
moderno, nella maggior parte dei casi gli esseri umani manifestano
rabbia per frustrazioni relative alla realizzazione di sé e alla
propria immagine sociale. Ingabbiata tra regole sociali, leggi
punitive e una cultura che biasima la violenza, la rabbia è
diventata una fonte di stress, ma anche una leva per il cambiamento:
manifestare rabbia motivando con chiarezza le cause dello scontento
si rivela spesso un modo efficace per ottenere un cambiamento, per
ridurre o eliminare la frustrazione, per modificare comportamenti
inadeguati.
Per
noi esseri umani moderni, oltre a imparare a conoscere e controllare
le emozioni, è quindi importante imparare a esprimerle nel modo più
efficace.
Tu
cosa ne pensi?
Di
questo e altro parleremo nei prossimi post sulle emozioni. Per
stasera mi sono dilungato troppo. Se hai suggerimenti o vuoi
esprimere la tua opinione non esitare a lasciare un commento.
Grazie
di avermi seguito fin qui e a presto ;D